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                        Relazione storico-scientifica curata dal  

                                    Dott Francesco Pensato

                                               farmacista

 

                                  Panax Ginseng

         La Pianta Imperiale

 

La  storia

 

 

 

Ginseng , in cinese “ Jen-Shen “ ha il significato di: “Radice Uomo. L’ideogramma pronunciato Jen e’associato al significato di uomo , mentre shen a quello di radice.

Anche il nome botanico Panax Ginseng, riflette la sua fama di grandezza.

Infatti ,Panax , dal greco pan-axos , significa letteralmente “che guarisce tutto”.

Un accenno al Ginseng , lo si ritrova persino nella Bibbia, dove in un passaggio di Ezechiele si legge : Essi commerciavano in grano di Minnith e Pan-nang e miele e olio e balsamo.

 

Intorno al primo incontro tra uomo e ginseng, sono fiorite diverse leggende, ma il tratto che le accomuna tutte, e’ l’origine divina della pianta.

“La radice di ginseng non e’stata trovata dall’uomo, ma e’ stato trovato l’uomo dalla radice”.

Questo antichisimo detto Cinese  spiega molto della reverenza cui gode il ginseng nella storia orientale.

Le prime notizie in merito risalgono al 3500 A.C. periodo dell’imperatore Shen Nung, chiamato il Coltivatore Celeste, nei suoi studi sulle erbe chiamati “Pen-tshao kan mu”, cioe’ insegnamenti sulla comprensione delle erbe.

Le scoperte dell’imperatore Shen Nung vennero riprese ed ampliate da un’altro imperatore Huang Ti ,nel 2600 A.C.

Con il passare dei secoli , la medicina Cinese si evolveva ed il Ginseng l’accompagnava .

Troviamo infatti citazioni della pianta in diversi documenti.

 

Nel 200 A.C. l’imperatore Cho-Chi-Clu, in uno dei suoi scritti, descrive il Ginseng come un rimedio per guarire ogni sorta di malattie , ristabilendo il normale equilibrio dell’organismo.

 

Dal settimo al decimo secolo la dinastia T’Ang lo elegge alla dignita’ di “Pianta imperiale” .

Circa un secolo dopo , intorno all’anno 1000 , la dinastia Sung stabili’ che il suo valore era  pari al suo peso in argento.

Settecento anni dopo l’imperatore K’ang-hsi invio’ 10.000 soldati tartari , a cercare ginseng, ordinando loro che ognuno gli portasse non meno di due kati ( 1 Kg circa) della migliore qualita’ed autorizzando  la vendita della restante parte per il suo peso in argento.

 

Si deve attendere il 1771 perche’ il ginseng si diffonda nei circoli medici Europei, grazie ad un Gesuita e ad un imperatore progressista K’Ang-hsi.

Quest’ultimo nutrendo molta stima per l’erudizione dei Gesuiti, affido’ a Padre Jartroux, l’incarico di procurarsi alcune carte topografiche della Cina centrale.

Il viaggio a cavallo del povero gesuita ,attraverso impervie rotte della sconfinata Cina centrale , fu’lungo ed estremament duro .

Fu’ proprio durante un trasferimento particolarmente arduo, che padre Jartoux  si senti’ esausto e privo di forze tanto da non reggersi piu’in groppa al suo cavallo.

Ma un fatto “miracoloso “, cosi’da lui descritto, avvenne.

La sua guida gli offri’ un pezzo di una strana radice da masticare.

Nel giro di un’ora la stanchezza scomparve e pote’ continuare il viaggio con rinnovata energia.

Di li’ a poco egli stesso scrisse alla Royal Society di Londra , descrivendo gli effetti di questa poderosa radice , chiamata dai tartari “Orhota” cioe’ Capo delle piante.

Dopo qualche anno il ginseng entro’ di diritto per la prima volta in una farmacopea  ufficiale,

 

Non c’e’stata  pianta piu’ preziosa del ginseng in tutto l’estremo oriente . Sono state combattute vere e proprie guerre per il possesso delle foreste,in cui cresceva spontaneamente. Un imperatore Tartaro fece erigere una enorme palizzata, attorno ad un’intera provincia, a difesa del suo ginseng.

I bracconieri venivano puniti con la pena di morte per il furto della pianta imperiale, e cio’ nonostante , considerato l’alto prezzo pagato per la radice, essi venivano indotti a sfidare la morte .

 

Si dovra’ attendere la seconda meta’ del diciottesimo secolo per iniziare la coltivazione di questa preziosa  pianta  sino allora selvatica.

 

 

I primi, forse favoriti dal favorevole  fattore climatico, furono i Coreani.

La maggior esperienza acquisita  cosi’ nel tempo, ha permesso loro di diventare oggi, i maggiori coltivatori al mondo di Ginseng.

 

 

 

La botanica

 

Il panax Ginseng appartiene alla famiglia delle “ Araliacee”ed e’ una pianta perenne e decidua , vale a dire che le foglie muoiono ogni autunno e rinascono in primavera.

Allo stato selvatico le piante crescono a gruppi, propagandosi dai semi caduti dalla pianta madre.

Quando cresce naturalmente il seme del ginseng germoglia all’inizio della primavera, dopo essere rimasto sotto terra da 18 a 21 mesi, un tempo di germinazione incredibilmente lungo.

Ma anche I tempi di crescita non sono brevi. Il primo anno di germoglio rimane a soli 5 centimetri da terra e porta solamente tre piccole foglie ovali e dentellate.In autunno lo stelo e le foglie cadono, lasciando una sorta di cicatrice sul rizoma della pianta.

Il rizoma e’una specie di fusto sotterraneo , che nel ginseng si definisce “Collo”.Contando il numero di cicatrici sul collo della radice si puo’ risalire all’eta’ della pianta .

 Al terzo anno di crescita la pianta raggiunge solo circa  20 cm e porta tre gruppi di foglie , ciascuno formato da cinque foglie ( quinquefolium)

Al quarto anno  raggiunge i 40 cm con cinque gruppi di foglie.

 

La radice del ginseng ,carnosa e  fusiforme , di colore giallo paglierino, con un caratteristico sapore amarognolo, e’ caratterizzata dall’avere varie forme: drago ,bambino e uomo, questa e’ considerate la piu’ pregiata.

La radice del panax ginseng  e’  commestibile come le carote o i ravanelli..

Esistono al mondo alcune varieta’ di Ginseng  , classificate in una tabella dal Professor Hara.

In linea generale la specie piu’ preziosa e’ il “ Panax Ginseng C.A. Meyer (jen-Sheng), proveniente dalla Cina.

Se ne conoscono alter specie come il Panax Ginseng Coreano o come il Panax pseudoginseng (  a sette foglie) ritrovabile in Nepal, nell’Himalaia ed in Giappone.

Altre specie esistenti sono  il  Panax bipinnafitidum in Thailandia ed in Bimania ed  il Panax Americano quinquefolium in America.

 

 

Le Proprieta’

 

Come detto  precedentemente nel breve escursus storico , a questa radice sono stati attribuiti dei poteri quasi di origine divina.

Alla luce di accurati studi clinici e tossicologici possiamo confermare tale voce tramadataci dalla storia, affermando che il Panax Ginseng racchiude nella sua radice vastissime  potenzialita’ benefiche.

In generale la sua capacita’di ripristinare e regolare il giusto equilibrio dinamico del nostro organismo, accrescendo l’adattamento ai cambiamenti ambientali , fa del Ginseng il piu’ efficace “Adattogeno naturale“ esistente al mondo.

 

L’uomo , grazie ad un  complicatissimo meccanismo  di equilibrio fisiologico, sempre in attivita’, chiamato “omeostasi”, e’ in grado di mantenere un ambiente  costante all’interno del proprio corpo, che gli permette di adattarsi a qualsiasi  variazioni  si verifichi all’esterno.

Per comprendere al meglio il concetto di “omeostasi”, e di “adattogeno” osserviamo  cosa avviene in un corpo umano, che si trovi in una situazione di pericolo, definita “lotta o fuggi”,come  ad esempio sotto minaccia di un’aggressore.

Diciamo subito che questa e’ una situazione di “stress”, a seguito della quale si scatenano una serie di meccanismi di autodifesa fisiologici , con l’obbiettivo di ottimizzare i processi vitali fondamentali.

Le pulsazioni cardiache accellerano e la pressione sanguigna aumenta per portare piu’ ossigeno ai muscoli,

L’udito e l’olfatto si fanno piu’acuti e le  pupille si dilatano per raccogliere piu’ informazioni.

Il respire diventa  piu’ rapido , alla ricerca di maggior quantita’ di ossigeno e la pelle piu’ pallida e fredda a causa di una vasocostrizione per ridurre la percezione al dolore o il sanguinamento in caso di ferite.

La sudorazione aumenta per mantenere sotto controllo il calore prodotto da una intenso esercizio muscolare ed il sangue viene momentaneamente dirottato dallo stomaco e l’intestino verso il cervello.

E’l’ipotalamo ad occuparsi della gestione ormonale legata all’equilibrio di questi complessi meccanismi.

Questo avviene  mediante la produzione, da parte della ghiandola pituitaria  di un ormone neurotrasmettitore , l’ACTH, Questo ormone ordina tutte le variazioni necessarie, attraverso la stimolazione di altri organi bersaglio deputati alla produzione di ulteriori ormoni.

Questa autodifesa , terminera’ nel momento in cui la situazione di pericolo verra’ a mancare e tutti i meccanismi fisiologici  ritorneranno  in una situazione di normalita’.

Tale  meccanismo  di adattabilita’ alle condizion esterne, in grado di mantenere un ambiente  costante all’interno del nostro organismo e’ definito “omeostasi” .

Un  fattore in grado di favorire  questo  meccanismo ed il suo fisiologico ritorno alla normalita e’ definito un  “adattogeno”

 

I problemi cominciano quando l’organismo non ha il tempo o il modo  di rilassarsi , ed  i meccanismi prima descritti non solo non cessano, ma continuano ad aumentare.

In tali condizioni si parlera’ non piu’ di stress positivo o fisiologico, ma di stress negative, in grado di causare: astenia ,affaticamento ,esaustione, che  si tradurranno nel medio lungo termine in seri problemi di salute.

 

Tutti gli esperimenti svolti per studiarne gli effetti e l’efficacia, indicano che il ginseng, lungi dall’agire sulla corteccia cerebrale come un qualsiasi stimolante ma  agisce invece sui centri che controllano l’omeostasi , situati nella parte inferiore o “viscerale” del cervello, rendendo la risposta ormonale agli stimuli esterni piu’ efficace, grazie ad i suoi componenti

attivi : I Ginsenoidi.

Il ginseng rende cosi’ l’organismo piu’ resistente, riducendo i danni conseguenti ad ogni tipo di battaglia, sia a causa  di  agenti patogeni sia  di situazioni di stress negativo.

Infatti piu’ che curare malattie specifiche , svolge la sua attivita’ ripristinando una giusta “omeostasi” normalizzando eventuali disfunzioni.

 

In generale le proprieta’del Ginseng possono cosi’ essere riassunte

 

  • Accresce la resistenza alle  infezioni ed alle malattie

  • Migliora le condizioni fisiche generali e prolunga la vita

  • Migliora la capacita’ di sforzo mentale

  • Riduce l’affaticamento ed accresce il vigore

  • Migliora la capacita’ visiva.

 

 

 

 

Alcuni test di laboratorio

 

 

Molti test  sulle proprieta’ benefiche del Ginseng hanno dato risultati sorprendenti.

Uno dei primi, in particolare,svolto nel 1948 in Russia dal Dott. Brekman, lascio’ lo sperimentatore letteralmente senza fiato.

Ad un gruppo di cento militari di leva, venne chiesto di fare una corsa su di un percorso di tre kilometri.

Qualche ora prima a cinquanta di essi venne somministrato un cucchiaio di estratto di ginseng, mentre all’altra meta’ un cucchiaio di acqua e aromi.

Tutti i militari che avevano ingerito l’estratto arrivarono  con un’anticipo medio di un minuto sul gruppo che aveva ricevuto solo acqua.

Da quel  primo esperimento, cosi’ incoraggiante, ne seguirono numerosi in tutto il mondo.

 

Un secondo, molto interessante fu’ svolto dal dott. Medvedev , sempre in Russia, su un campione di 32 radiooperatori tra i 21 ed i 23 anni.

Anche in questo caso il risultato fu’ sorprendente , infatti il ginseng aveva mostrato di influenzare non il numero di caratteri trasmessi, ma bensi’ il numero degli errori dovuti alla stanchezza, notevolmente minori nel gruppo trattato con Ginseng.

 

Altri test interessanti , rivolti a dimostrare una efficacia nel campo dell’ipertenzione e dell’arteriosclerosi, hanno rilevato risultati confortanti.

 

Il dott. Popov , ad un paziente di 56 anni, con  un tasso di colesterolo medio di 350 mg/dl e che soffriva da anni di ipertenzione  refrattaria ai farmaci , somministro’ per un mese l’estratto di ginseng due volte al giorno. Alla fine del mese di cura il tasso di colesterolo si era normalizzato, la pressione era rientrata nella norma e con sorpresa anche il precedente leggero diabete era scomparso.

Un’altro test clinico, svolto in Corea dal Dott K.H.Koo, ha dimostrato l’efficacia del ginseng nel trattamento dell’epatite B, e nella prevenzione della sua cronicizzazione , attraverso la normalizzazione di diversi enzimi epatici.

Anche nel contrastare l’invecchiamento il ginseng ha mostrato nei test  , notevole efficacia .

Molte delle patologie esistenti  negli anziani, possono essere riconducibili ad un  deterioramento fisico e mentale che l’invecchiamento comporta.

Anche se non ancora chiarito, nel meccanismo dell’ invecchiamento sicuramente hanno un ruolo rilevante  l’azione dei  “Radicali Liberi” .

Queste sono sostanze prodotte da reazioni biochimiche che avvengono all’interno del nostro organismo.

Esse  hanno un notevole potere ossidante ed  a contatto con le molecole cellulari ne provocano  il danneggiamento e  la distruzione .

Nel ginseng sono stati isolati dei componenti con forte potere antiossidante, (composti fenolici e poliacetilenici ) in grado di contrastare gli effetti dannosi dei radicali liberi ed in generale degli ossidanti tissutali.

In ultima analisi ,l’assunzione di ginseng e’ risultata sicura.

Approfonditi test tossicologici, hanno infatti  rilevato che questa radice, ed il suo estratto, non sono  in grado di  provocare alcun effetto collaterale , nocivo per l’organismo umano.

                                     

                                    Dott Francesco Pensato

JKDrinks

WorldPharma

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